IRS e la panzana del non-nazionalismo

IRS Flags - URN Sardinnya

Cari Lettori,

“Non-Nazionalismo”, in politologia questa definizione la si trova usualmente per definire l’assenza di interesse e/o il contrasto verso una data nazione. In Sardegna, paradossalmente, questa etichetta viene esclusivamente utilizzata dal movimento IRS per dividere il suo operato da quello di movimenti politici analoghi.
Forse la proposizione dell’antica bandiera giudicale da parte di IRS non è un atto di puro nazionalismo verso ciò che viene identificato come un passato glorioso per la propria Nazione?
Il moderno Nazionalismo invece, non ritiene esclusiva la propria identità, né la cultura del suo popolo, non la ascrive a dei canoni rigidi e statici nel tempo e nello spazio, tantomeno la proietta in una dimensione esclusiva e prevalicatrice contro altre culture (interne ed esterne).
L’evoluzione avvenuta dalla Rivoluzione Francese in poi del Nazionalismo nella cultura giusnaturalista ha trovato le più varie espressioni nei concetti di liberalismo, democrazia e socialismo.
Pensiamo nella seconda metà del ’900 allo Scottish National Party, al DPP Taiwanese, al Parti Québécois, al PNV Basco, etc.
Tale Nazionalismo, che contraddistingue semplicemente un legame sentimentale con la propria terra (il quale può assumere una o più connotazioni politiche), rappresenta la molteplice spia del declino dello stato-nazione classico in seguito al crollo della logica dei blocchi rimasta attiva per quasi un secolo con la guerra fredda USA-URSS.
Ed è proprio l’obsoleto nazionalismo degli stati-nazione ad essere gravemente confuso da IRS con il nazionalismo delle comunità non riconosciute. Nel nazionalismo corrente degli stati-nazione infatti non trovano valida espressione i diritti delle varie minoranze a causa del centralismo che oppone (come ad esempio nel caso italiano sul versante sociale) una sola lingua a scapito delle parlate locali.
L’aspetto gravissimo è che un movimento indipendentista come IRS non sappia distinguere l’ambivalenza del nazionalismo: sopratutto in ragione dei vari elogi che ogni tanto si sentono nei confronti del nazionalismo indipendentista di matrice catalana e/o anglosassone.
Il nostro Gruppo di U.R.N. Sardinnya, da anni, è stato il primo in Sardegna a tradurre pubblicamente in pensiero quanto già sedimentato in precedenza da vari soggetti pubblici e privati alle prese con il pianeta indipendentista, il quale pone in linea il Nazionalismo Sardo con i più avanzati modelli internazionali moderati e riformisti.
Parentesi che deve essere estesa anche a tutti quei nazionalismi Sardi oggi ancora eccessivamente frammentati ed incapaci di proporre un progetto politico compatto, riformista e credibile per la Pubblica Opinione nostrana e quindi per l’elettorato.
Ecco uno dei vari perché della necessità di instaurare una critica doverosa e costruttiva verso un ambiente politico auto-referenziale e conservatore come l’indipendentismo Sardo.
Il sedicente “non-nazionalismo” di IRS, benché nei fatti si comporti come un qualsiasi nazionalismo all’alba della sua riforma espressiva, non è che il prodotto di un retaggio culturale italiano di sinistra che trova nel passato autoritario italiano del ’900 (quindi in qualcosa di estinto dalla storia e dai più moderni eventi del nazionalismo ricordati), la foglia di fico dietro cui celare personalismi e contrapposizioni politiche interne ad un circuito politico che invece necessita solo di dialogo reciproco e continue riforme.
Alla nascita, il movimento IRS non era che la fotocopia di Sardigna Natzione (movimento da cui proviene il leader Gavino Sale) e che semplicemente si è aperto ad un percorso riformista già in atto negli intenti di diversi autonomisti ed indipendentisti (tra cui il nostro gruppo ed anche, dagli anni ’90, di Sardigna Natzione).
Il Nazionalismo Sardo dunque, benché in una sua variante sia arrivato al paradosso di auto-negare se stesso con motivanti ormai svuotate di senso dalla storia prima che dalle persone, si è incamminato verso una giusta riforma delle sue capacità progettuali e comunicative, le quali risultano tuttavia ancora insufficienti e poco utili ai fini della pratica amministrativa.
Ai Sardi non interessano superflue etichette, meno che mai “l’anti-autonomismo” che certa propaganda di IRS si trascina dietro seminando veleni e tensioni intestine. Non si piange sul latte versato nel secolo scorso. Non possiamo permetterci il lusso di fondere un giudizio politico con un giudizio storico in presenza di operatori ancora attivi come il Partito Sardo d’Azione (comunque in fermento). Ai Sardi non interessa più questo o quel movimento, né questo o quell’aggettivo che li contraddistingue, ai Sardi interessa solo un serio progetto politico che possa tradursi in azione di governo e quindi in un’azione tesa a smarcare via la Sardegna dallo status quo in cui l’inerzia e la frammentazione indipendentista hanno giocato un ruolo importante a vantaggio del centralismo italiano (di destra, di centro e di sinistra).
Non c’è infatti alcuna “classe autonomista” al governo della Regione.
Attorno a noi, nessun nazionalismo Sardo tradottosi operativamente in riforme. Solo nazionalismo/centralismo italiano, due facce della stessa medaglia che possiamo osservare su ogni piano della vita civile del nostro Paese: Pubblica Istruzione, Lingua, Media, Economia, Lavoro, etc.
Senza riforme su questi settori e pertanto senza un primo gradino realmente autonomista, la Sardegna non uscirà mai dal centralismo in cui si trova. Al pari del blocco sociale di progresso in cui vari stati dell’est Europa si ritrovavano sotto la morsa di Mosca: Così come infatti venivano chiamate “Repubbliche” socialiste sovietiche della comunità statuali che di “repubblica” avevano ben poco…lo stesso dicasi per la “Regione Autonoma Sarda”…che di autonomo ha ben poco. E’ sufficiente guardarsi attorno per capirlo oltre che per sollecitare i nostri movimenti territoriali all’uso della terminologie adeguate. Onde auspicare la fine di inutili frazionismi interni sorretti da grossolane teorie basate sul nulla.
Le “coscienze” si svegliano attraverso le scuole e quindi attraverso le riforme, dalla piazza non arriverà proprio niente.
Certo indipendentismo, fregiatosi di riforme necessarie ma ancora insufficienti, manifesta in realtà ancora parecchi ritardi culturali essendo egli ostaggio di un passato in cui il Marxismo non concepiva riforme graduali per l’ottenimento dei risultati ma si contemplavano solo soluzioni repentine che nel nostro contesto risultano alquanto improbabili.
IRS pertanto, nonostante abbia giustamente ripudiato il Marxismo, rimane vittima inconsapevole di alcuni dogmi ereditati da un fallimentare passato che vengono spacciati per “elaborazione concettuale”.
Ovviamente senza risultati politici di rilievo: alle ultime Regionali, sono stati persino inferiori ai risultati elettorali dei movimenti di 10 anni or sono.
Ricordiamo infine le parole sul Nazionalismo di uno dei più grandi nazionalisti del secolo appena trascorso, il Mahatma Gandhi:

“Il mio nazionalismo include l’amore di tutte le nazioni della terra, indipendentemente da qualsiasi credo”.

“Sarà un cerchio oceanico, al cui centro starà l’individuo, sempre pronto a dare la vita per il villaggio, e quest’ultimo sempre pronto a farlo a sua volta per il cerchio dei villaggi, finché alla fine il tutto divenga una vita unica composta di individui, mai aggressivi nella loro arroganza ma sempre umili, nella condivisione della maestà del cerchio oceanico di cui sono unità integrali”.

“Il nazionalismo non è un diritto naturale di un solo paese: è un diritto naturale per qualsiasi paese. [...] É solo quando la verità, il coraggio e la nonviolenza sono fattori dominanti che una persona può dedicarsi disinteressatamente al servizio della nazione”.

“Il mio patriottismo non è qualcosa di esclusivo, perché abbraccia tutti. Bisogna respingere quel patriottismo che cerchi di innestarsi sul dolore o lo sfruttamento di altre nazionalità.
La mia concezione del patriottismo non vale nulla, se il mio patriottismo non si rivela sempre compatibile, in ogni circostanza e senza eccezioni, con il più completo bene dell’umanità in senso lato”.

“Il nostro nazionalismo non potrà essere di alcun pericolo per le nazioni in quanto noi non sfrutteremo nessuno, proprio come non permetteremo a nessuno di sfruttare noi”.

Grazie per l’attenzione.

Di B. Adriano

U.R.N. Sardinnya ONLINE

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    12 Commenti

    • Grazie Adriano, il tuo articolo mi è servito perché avevo necessità di chiarirmi qualche idea sulle ragioni dello scontro di alcune forze indipendentiste intorno al concetto di nazionalismo.
      Credo che procederò a scandagliare questo vostro sito. Per il momento ti rubo una delle citazioni finali.

    • Salve a tutti !! Concordo pure io sul fatto che in Sardegna si debba creare un solo movimento indipendentista,tipo lo S.N.P scozzese o quello catalano.Questa miriade di partitelli invece di indirizzare il nosto popolo verso l’indipendenza psicologica prima che politica,incentivano solo altra confusione che non produce niente di concreto.Comunque complimenti per il sito,,saluti indipendentisti..

    • Buongiorno,
      un intervento molto complesso e quasi intraducibile. Sembrerebbe che dietro una sterile critica ad un comunismo visto secondo categorie molto discutibili (in IRS gravitano anime molto diverse e reciprocamente arricchenti)ci si concentri poi a criticare gratuitamente un movimento come iRS in funzione del suo dichiarato Non Nazionalismo (concentrandosi sul dizionario tascabile di politologia e dimenticando la realtà sarda). Ci si spinge ad analizzare i risultati politici (molto incoraggianti direi, se non altro 30000 fanno presto a diventare 300000) senza contestualizzarli e si arriva poi addirittura a ritenerlo dogmatico, per aver cercato di chiarire la propria posizione riguardo all’Identità e alla propria presenza nel mondo. Forse aveva ragione Nietzsche, spesso ci si sforza di difendere le proprie verità (in questo caso un becero e inutile, passato, logoro e malato autonomismo) e si passa tutto il tempo a sforzarsi di convincersi che le proprie conclusioni siano corrette. Un articolo abbastanza sgradevole, ricco di risentimento e molto confuso.

    • Buongiorno Soi, in politologia i termini hanno una definizione, in Sardegna non possiamo vedere la banana arancione se è gialla. Non siamo diversi o speciali. Soprattutto non possiamo inventarci un colore nel momento in cui, se si osserva la realtà, non ci sono reali e grandi differenziazioni tra sigle. L’articolo quindi così strutturato aveva l’obiettivo proprio di eliminare la confusione creata da IRS in materia di nazionalismo, dare merito anche al lavoro di altre sigle (senza le quali anche IRS non esisterebbe) e porre in controluce un dato che si cerca sempre di non commentare: La perdita generale di migliaia di voti dell’indipendentismo dalle Regionali 1999 alle 2009. Il tutto è nato dalla componente anti-autonomista che ha bloccato il processo di crescita elettorale che era in atto nei primi anni 2000 all’interno della vecchia SNI e di cui anche Sale faceva parte. Solo di recente IRS ha ripreso a recuperare una minima parte di quanto perso nell’ultimo decennio. Ma siamo ancora ben lontani dai risultati del 1999. Il dato politico reale di IRS non è poi quello della lista del presidente ma quello del movimento dove il 3% è ancora lontano. Gavino Sale mi ha stupito persino nell’ultima intervista su Radiopress.it dove ha addirittura affermato di aver suggerito a Soru la battaglia sulla vertenza entrate…si è scordato di dire che al periodo IRS non esisteva e quel movimento che sollevò il problema era Sardigna Natzione. Mi perdoni poi ma è ben difficile che 30.000 voti (anzi, 20.000 nel dato di lista e non del presidente) possano diventare 300.000. In politica casomai la grande sfida è conservare quel poco che si è guadagnato. Ma è una vittoria di Pirro se si considera la perdita dei 50.000 voti circa del 1999. Noi ci auguriamo che IRS possa crescere ma non è con gli imbrogli e le mezze verità (fatte per costruire le divisioni) che si costruisce un serio impianto politico. IRS non può inoltre pretendere di criticare gli altri senza voler essere criticata a sua volta proprio sui temi che sono causale di tensioni in tutto l’indipendentismo da quasi 10 anni. Cordialmente.

    • Sig. Bomboi che cos’è una mela?? (Per favore legga con più attenzione il mio commento) Grazie Cordialmente

    • Gent. Soi, potrei replicare: Cos’è la realtà Sarda per la quale IRS ha ritenuto di utilizzare quei parametri e quelle etichette? Conosco la natura della sua obiezione perché mi ci sono imbattuto varie volte (scrivevo anche nel vecchio forum di IRS su Politica Online prima della totale censura che esiste nel nuovo forum). Sono d’accordo con il suo parallelo del pensiero di Nietzsche: Perché è proprio la stessa meccanica che ha spinto un gruppo di persone a creare il tracollo dei voti in questi 10 anni per voler (a tutti i costi) cercare in un fantomatico autonomismo le ragioni della mancata affermazione dello sviluppo territoriale Sardo. Sull’Autonomia e sull’Autonomismo abbiamo un’articolo: https://www.sanatzione.eu/2009/11/10/appunti-da-ripetere-sullautonomia/ Noi riteniamo che in Sardegna non si sia mai affermato nè un robusto autonomismo e né una concreta Autonomia. A supporto di questa tesi abbiamo i fatti: Dal 1948 ad oggi lo statuto autonomo, così come la scuola o i media, non sono affatto cambiati, né alcun autonomismo li ha mai modificati. Ma questo non significa che QUEL percorso graduale fosse errato. Cosa stiamo criticando? Un’Autonomia che noi stessi non abbiamo sviluppato? Sarebbe grottesco. Altro dato reale a supporto della nostra tesi sono il declino dei voti di tutto l’indipendentismo nell’ultimo decennio accompagnato alla progressiva proliferazione di sigle indipendentiste. Altro paradosso. IRS quali dati espone a supporto delle sue tesi?

    • [...] https://www.sanatzione.eu: Gandhi era un nazionalista indiano. Il nazionalismo è il semplice contenitore politico del legame sentimentale tra un cittadino e la sua terra. Nella storia ha avuto sia un volto negativo che positivo, ad esempio, nel presente i nazionalisti dello Scottish National Party governano il loro Paese (pacificamente) da una maggioranza di centro-sinistra, non guardano al passato ma ad un identità in movimento, mentre tempo addietro non contavano nulla nei numeri del loro Parlamento locale. Esattamente come è oggi l’indipendentismo Sardo, incapace di influenzare una maggioranza regionale poiché diviso e quindi incapace di ottenere numeri di peso in un Consiglio. Per altri dettagli: Entra. [...]

    • entro per la prima volta in questo sito e vengo a scoprire l’esistenza di di questo interessante movimento culturale (sa matzione.eu )però resto ancora un po perplesso nel percepire sempre un certo astio nel dialogo che il sig. bomboi adriano instaura con altri utenti ( verosimilmente militanti o simpatizzanti di irs )
      penso che se davvero vogliamo riuscire a fare qualche apprezzabile passo avanti nella direzione dell’indipendenza sarda,dobbiamo cercare tutti quanti ( io per primo ) di privilieggiare un dialogo che sia costruttivo, che sia propositivo, che sia di confronto fra le varie esperienze identitarie che esistono in sardegna, in modo tale che da questo confronto si arrivi a creare una nuova classe politica che sia credibile agli occhi della società sarda, e lo sia in modo particolare quando si propone di raggiungere un obbiettivo cosi difficile come l’autogoverno del nostro popolo…
      cordiali saluti e complimenti per questo sito

    • Di Bomboi da Sardegna e Libertà: “Prendete la discussione che c’è sull’incontro di Santa Cristina nel sito di Michela Murgia http://michelamurgia.altervista.org/content/view/428/2/ e leggete tra i commenti le dichiarazioni del discepolo del “non-nazionalismo” Onnis, mentre replica a Stefano si duole del fatto che non ci sia una storiografia ufficiale Sarda e dice che: “Contrariamente a quanto si continua a ripetere, non abbiamo nessun bisogno di difendere o tutelare una nostra presunta identità codificata e stabilita una volta per tutte. Caso mai è l’insistenza stessa su questo tasto a fare velo su tutt’altre questioni ben più pressanti e decisive.” – Voglio ricordare invece che secondo le scienze sociali per Identità si intende il modo attraverso il quale un soggetto si identifica all’interno di un gruppo sociale (e tra questi vi è anche la Nazione). Se un individuo definisce storia nazionale la storia Sarda non c’è nulla di male (se non stravolge la realtà storica e se non diventa aggressivo), ma è anch’esso un attributo politico. E dunque nazionalista. Pertanto anche la storia per molti nazionalisti è parte integrante dell’identità assieme a codici e linguaggi vari (più o meno codificabili se non fumosi), e se così non fosse, allora IRS sia coerente con il suo “non-nazionalismo” e rinunci a voler contestualizzare nel presente la bandiera giudicale. Smettiamola di dire fesserie in giro, o si finirà persino per credere che il nazionalismo è sempre sinonimo di aggressivo etnocentrismo quando invece non è così.”

    • Il testo parla la verità, un giudizio mio fatto in maniera “totalmente imparziale” perchè ne partengo a iRS e/o URN. … cerco di ragionare da indipendentista maturo senza astio per nessuno. La mia meta è far diventare la nostra isola e patria sovrano come stato !
      Questa tematica è stato discusso, spiegato 1000 volte, anche da parte mia preso l’esempio la Slovenia nel discorso “nazionalismo” (una storia vera non teorica vissuto su la propria pelle perchè per la metà sono Sloveno) …
      altro non voglio aggiungere perchè sarebbe soltanto noioso, ripetuto, già detto ecc. RICORDIAMOCI QUESTO PERO’ !!! IL POPOLO SARDO GIA’ PER LA CAUSA ITALIANA (150ANNI DI POLITICA DEL C…….) E’ STANCO – OFFESO – INCREDULO – INFASTIDITO – SCETTICO …. QUINDI A VOI LA SCELTA COME CAMINARE PER LA SOVRANITA’ SARDA !!

    • senza soffermarsi su tutti i passaggi errati, a mio parere, dello scritto del sig. Bomboi, è evidente una certa volontà nel tentare di squalificare iRS con ogni mezzo possibile (anche quando non c’è n’è).
      non sono un militante di iRS, sono per l’indipendenza della sardegna e non nazionalista. quotare frasi di gandhi, estirpandole dal proprio contesto o attaccare iRS per aver ripreso l’albero giudicale sotto il quale si celerebbe questo fantomatico nazionalismo, non fa onore ad un movimento (o come si può chiamare questo urn). se così fosse, allora io posso prendere come riferimento il testo su ita.anarchopedia.org, dove gandhi viene indicato come un anarchico non violento e dire che voi tutti di urn siete dei rivoltosi.
      se davvero vi ritenete l’avanguardia, suggerisco di fare altre analisi che non vadano contro altri movimenti e di creare, cercare soluzioni.
      c’è il “rischio” di sforare nel ridicolo.

    • Signor Gabriele, il nazionalismo è il semplice legame di un individuo con la sua nazione, che può avere una connotazione politica positiva e negativa. Gli indipendentisti dell’SNP ad esempio sono nazionalisti, i Catalani, ecc, legga la stampa estera e lo vedrà in qualsiasi definizione giornalistica. Non si capisce dove siano gli errori nel nostro scritto. Il riproporre bandiere del passato è una matrice ideologica sorta col nazionalismo romantico dell’800. Fu una modalità ripresa anche dal nazionalsocialismo con la contestualizzazione della svastica nella prima metà del secolo scorso. Ma se è fatto a fin di bene, come fa IRS, non c’è nulla di male. Il problema di IRS è nel creare un etichetta su una cosa che non esiste come il non-nazionalismo per poi usarla come causale di divisione dagli altri. Il nazionalismo non è affatto sempre aggressività ed etnocentrismo come insegnano invece i vocabolarietti italiani influenzati dal passato regime fascista. In politologia ed in tutto il mondo il nazionalismo è un semplice contenitore. Se seguissimo la teoria di IRS allora lei avrebbe anche il diritto di definirsi “non-umano” perché tra gli umani ci sono dei malvagi, ma lei umano è ed umano rimane anche se si definisce in altra maniera. Lo stesso discorso vale per il nazionalismo. Le critiche le facciamo perché siamo in democrazia e senza le nostre in Sardegna forse saremmo ancora più indietro di 5 anni: https://www.sanatzione.eu/wp-content/archivio_media/uploads/2010/01/IRS-ieri-ed-oggi-URN-Sardinnya1.jpg

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