Ricordo di un maestro: Sergio Zaninelli, storico ed economista

A cura di Gianraimondo Farina.

La scomparsa di Sergio Zaninelli ha destato in chi come noi lo ha conosciuto, prima da docente, poi da rettore e da guida, tantissime emozioni, lunghe quasi un trentennio. Ed un grande vuoto. E’ innegabile che per noi, ultimo anello di quella nidiata di valenti ricercatori prodotti dall’Istituto di Storia Economica “Mario Romani”, egli fosse il “maestro”, anche se non gradiva tale termine.

E fa piacere ripercorrere quanto accaduto tre anni fa presso la nuova sede bresciana della Cattolica, ove con i suoi più stretti collaboratori ed amici, ci siamo ritrovati assieme a lui per festeggiarne il compimento dei 93 anni. Era il 1 luglio 2022. A fare gli onori di casa il prof. Mario Taccolini, già prorettore dell’Università Cattolica e discepolo di Zaninelli nella sua lunga attività accademica. Un momento, quindi, “per tirare le somme” di una lunghissima carriera universitaria, tutta dedicata alla ricerca ed al servizio. Perché Sergio Zaninelli è stato, innanzitutto, questo: un uomo al servizio, come, tra l’altro, ha esordito Taccolini, leggendo la famosa lettera del 21 febbraio 1972, con la quale Sergio Zaninelli, essendo in quel periodo docente a Trento, non si sottrae dal dare la sua disponibilità al rettore Giuseppe Lazzati di concretizzare l’idea di una sede bresciana della Cattolica. Lettera in cui emergeva chiaramente la disponibilità a seguire lo sviluppo di quella sede, sorta cinquant’anni fa con la facoltà di Matematica.

“Vi è stata, da subito, un’esigenza morale di poterci incontrare con il nostro maestro”- ha chiosato Mario Taccolini -”per poter ascoltare da lui una grande testimonianza biografica, densa, ricca e pregnante”. “In questa biografia”- ha continuato- “compaiono tanti nomi ed è a questa storia che noi siamo profondamente ed indissolubilmente legati. La biografia, l’impegno universitario e di ricerca come storico economico in Cattolica, l’ufficio studi della CISL. Sono questi, sostanzialmente, i tre minimi comuni denominatori” entro cui poter inquadrare il maestro. Egli, nato a Milano nel 1939, nel 1955 si laurea in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Milano.

Nel 1959 intraprende la carriera accademica all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dapprima come assistente volontario di Mario Romani nella cattedra di Storia economica, poi come docente di Storia del movimento sindacale, di Storia economica e di Storia dell’agricoltura. Nel 1970 diventa vincitore di cattedra e, fino al 1975, insegnerà presso l’Università di Trento. Ritorna, poi, in Università Cattolica, assumendo la direzione dell’Istituto di storia economica e sociale e dell’Archivio per la storia del movimento sociale cattolico in Italia (dal 1975 al 2005). Dal 1980 al 1983 è prorettore dell’Ateneo, collaborando a stretto contatto con Lazzati. Nei tre trienni successivi è preside della Facoltà di Economia e Commercio, fondando e dando notevole impulso al corso di laurea serale per lavoratori, un “unicum”, per i tempi, in Italia. Dal 1993 entra a far parte del consiglio di amministrazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e nel 1998 viene eletto rettore. Una guida dell’Ateneo, la sua, nel quadriennio 1998- 2002, tutta dedita a mettere in pratica le indicazioni dei suoi due mentori, Romani e Lazzati, tese a fare della Cattolica un centro culturale vivo diffuso nel Paese. Motivo per cui implementerà con convinzione la creazione in Italia, piuttosto che di facoltà, di centri di cultura dell’Ateneo milanese, con l’obbiettivo di formare classi dirigenti locali fortemente motivate.

Le sue numerose pubblicazioni hanno riguardato, in particolare, la storia dei movimenti sindacali, la storia dell’industria nella prima metà dell’Ottocento e la storia dell’agricoltura nell’età moderna e contemporanea.
Il momento centrale della maturazione umana e scientifica di Zaninelli è rappresentato, senza dubbio, dalla Cattolica e dall’humus culturale che vi si respirava.

Alla base, poi, come in tutte le grandi storie (e questa lo è), vi è un incontro, quello con Mario Romani, oltreché naturalmente con Giuseppe Lazzati. Zaninelli viene indirizzato a Romani su indicazione dell’allora direttore amministrativo della Cattolica, Giancarlo Brasca (1920-1979), grande esponente del cattolicesimo militante del secondo dopoguerra. Romani assume Zaninelli come ricercatore presso l’I.S.A. (Istituto Sociale Ambrosiano). Sono le stesse parole del maestro a delineare meglio questi passaggi: “Consideratemi come un testimone, uno che ha seguito l’evoluzione delle cose: l’ISA, la storia economica e la cultura della CISL”. E Zaninelli un testimone lo è stato a buon diritto. Fin da quando conobbe Mario Romani, che, come un “buon padre di famiglia”, lo seguirà in tutti i suoi passi della carriera, dall’assistenza volontaria fino alla cattedra universitaria. Mario Romani, a sua volta allievo di Amintore Fanfani, si era dedicato allo studio della storia economica per varie ragioni. Egli è stato veramente un maestro ed un uomo di grande rigore morale e scientifico. E qua Zaninelli sottolinea un passaggio decisivo e delicato allo stesso tempo. “Mario Romani” – ha sottolineato – “ha creato la cultura sindacale moderna, cogliendo la situazione di debolezza della cultura politica cattolica”. È per questo che scrisse tre volumi dettagliatissimi di Storia Economica.

Non solo la Storia Economica, ma la storia generale e la formazione integrale della persona. E questa sua attenzione all’altro ed al mondo dell’istruzione in generale si è potuta vedere nell’ultima sua fatica: la pubblicazione, nel 2016, del libro di scuola per le scuole medie o secondarie di primo grado, in tre volumi, in collaborazione con Claudio Cristiani, “La storia insegna”, per Atlas edizioni. Quasi a testimoniare l’attenta tensione ed attenzione di Zaninelli, una volta finita la sua attività accademica, verso il mondo scolastico e dell’istruzione in generale. Disposto ad accettare ed a confrontarsi con tutte le innovazioni e le metodologie didattiche più importanti. A partire dalla scuola media, il livello d’istruzione più delicato e più soggetto alle riforme di sistema.
L’altro “passaggio” decisivo della formazione scientifica di Zaninelli, sempre indotto dal suo maestro, sarà quello di aver lavorato a mettere ordine all’archivio ed all’impianto generale di tutto il Catasto teresiano. Un’opera, durata tre anni, di metodica ed ordinata catalogazione delle carte di un sistema di esazione particolare, conservate, allora, nei sotterranei dell’Archivio di Stato del Palazzo di via Senato a Milano, salvate dalla guerra, e riportate alla luce. Lavoro a cui, poi, i discepoli, docenti e ricercatori della scuola di storia economica, attingeranno per dare spazio e centralità alle loro ricerche su un periodo cruciale della storia lombarda, come quello asburgico del XVIII° secolo.
L’altro nodo fondante della personalità di Zaninelli, sempre alimentata, voluta ed appoggiata da Romani, fu quella sindacale, ossia la formazione nella CISL.
Il vero problema, però, in questo caso, non era la questione sindacale, ma quella di un Paese il cui popolo era formato da una maggioranza in cui i ceti popolari non contavano nulla. Motivo per cui Zaninelli intensificherà la sua attività nell’ufficio studi al fine d’implementare la “terza missione” cislina, quella di una vera cultura sindacale al servizio dell’azione. Studio, ricerca, insegnamento ed impegno nel sociale: questo era quello che Zaninelli chiedeva, nonostante le varie resistenze manifestatesi nel mondo sindacale. Per lui diventava importante fare ricerca in archivio ed avere un contatto con la realtà imprenditoriale ed operaia, anche perché il sindacato era ed è formato da persone che “devono decidere” tutti i giorni.
Senza far mancare l’invito-incitamento del maestro ai suoi allievi, ripreso anche da Taccolini, ad un’attenta e matura riflessione teologica. Una riflessione che, per Zaninelli, deve portarci a diventare “uomini che pensano, cristiani credenti e credibili”. Un testamento spirituale, di vita e di impegno che raccogliamo e facciamo nostro.

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Redazione SANATZIONE.EU

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