Guerra ibrida – Dibattito a Chieti
Parliamo di un pericoloso fenomeno che sta investendo la nostra società.
Assieme al Generale Pietro Serino, già Capo di Stato Maggiore; al Generale Luigi Chiapperini, del Centro Studi dell’Esercito, già comandante del contingente multinazionale NATO in Afghanistan; dell’attivista e volontario in Ucraina Carlo Ferrari, e di Piero Ruggi, Aurora Pezzuto e Alessandro Carbone, dirigenti del Partito LiberalDemocratico, sotto la supervisione di Alessandro Sforza (Students for Liberty), discuteremo di una minaccia che sta già operando in questo esatto momento nella nostra società.
Una minaccia quotidianamente presente nei nostri smartphone, nella nostra carta stampata e nelle nostre emittenti radiotelevisive, alquanto insidiosa nella volontà di penetrare e condizionare la nostra pubblica opinione.
Perché i problemi del nostro tempo non riguardano solamente una guerra convenzionale presso i confini dell’Unione Europea, ma al loro interno riguardano pure intelligence, sabotaggi, disinformazione, guerra psicologica, guerra cibernetica e interferenza politica, anche tramite aperto supporto ideologico, economico e/o eventuale ricorso alla corruzione verso personaggi chiave dei partiti e dei media.
Sotto questo profilo, l’Italia rappresenta uno dei maggiori fronti caldi d’Europa, e si tratta di una battaglia cognitiva capace di alterare la comune dialettica democratica, poiché ha la capacità di inquinarla, generando messaggi di disaffezione verso le proprie istituzioni, amplificandone le criticità in chiave distruttiva.
Il tutto col solo scopo di esaltare il paese avversario, cioè il mandante di questa guerra ibrida, che tende a presentarsi come “il salvatore della patria”.
Parafrasando il celebre pensiero di Carl von Clausewitz, possiamo affermare che la guerra ibrida appare oggi come una prosecuzione della guerra classica con altri mezzi, infilandosi ovunque trovi terreno fertile per attecchire.
Un esempio?
L’evento di Chieti, col patrocinio del Comune, per cui non è stato impiegato un solo euro di soldi pubblici, neppure dalla Regione Abruzzo, si terrà casualmente in concomitanza con un festival letterario di Cagliari, spesato con 42.500 euro pubblici dalla Regione Sardegna, che invece avrà nel suo programma diverse note personalità filorusse: da Giorgio Bianchi ad Elena Basile, passando per Pino Cabras, senza scordare il conduttore “duginiano” Simone Spiga.
A Cagliari, i contribuenti sardi, più inconsapevoli che consapevoli di ciò che sta accadendo, pagano di tasca propria la linea dei propagandisti, con l’avvallo delle istituzioni, nella più totale assenza di pluralismo dell’evento, dietro la sedicente volontà di offrire un “contributo culturale” al pubblico del festival. Come se ciò costituisse l’offerta di un “punto di vista alternativo e democratico” nell’interpretazione dei più noti avvenimenti geopolitici in corso.
Appuntamento a Chieti per il 19 luglio, presso il Museo Barbella, Palazzo Martinetti Bianchi, ore 10:00, ingresso libero.
Di Adriano Bomboi.
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