Canton Marittimo porta imprenditori sardi in Svizzera. Gli altri dormono

Di Adriano Bomboi.

“Una splendida giornata, ricca di nuove prospettive”. E’ il commento di Andrea Caruso, uno dei promotori del “Canton Marittimo”, che nella giornata odierna, con la collaborazione della Société Suisse-Sardaigne, ha portato in Svizzera una delegazione di imprenditori sardi per un partecipato confronto bilaterale sulle comuni possibilità di sviluppo economico.

Silenzio tombale da parte degli altri protagonisti politici ed istituzionali.

In particolare, la sinistra indipendentista si trovava occupata a pianificare una manifestazione contro l’arrivo di Salvini nell’isola, a testimonianza dell’immaturità di attivisti che considerano il leader leghista più importante di Renzi e del suo governo non eletto, a fronte dei numerosi danni causati alla Sardegna.
L’immaturità è doppiamente grave in considerazione del fatto che tali indipendentisti, per fortuna in minoranza, confondono il diritto di espressione con quello del dissenso. Perché se da un lato è perfettamente lecito contestare Salvini per aver trasformato la Lega Nord di padri nobili come Gianfranco Miglio e Gilberto Oneto in un partito nazionalista italiano, populista e con alcune venature razzistiche (che tanti padani hanno già abbandonato); dall’altro appare alquanto sciocco voler impedire a qualcuno il diritto di esprimersi, anche se fosse il peggiore degli avversari. A riprova che nella sinistra indipendentista continuano a mancare alcuni valori democratici di base.

La maggioranza del PD che governa la Regione è apparsa invece occupata nelle sue sterili passerelle istituzionali, dove si vorrebbe convincere una distratta opinione pubblica che i soldi versati dai contribuenti per pagare gli stipendi ai nostri morti di sonno non siano stati gettati al vento.
Per chi ci crede.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE

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    1 Commento

    • Caro Bomboi, stamane ho visto questo tuo articolo e mi son messo a scrivere un mio commento: Come vedi mi è venuto lungo due pagine: pensi si possa pubblicare? O la sua anomala lunghezza potrebbe essere seccante per il tuo tipico lettore? Ove decidessi di non pubblicarlo, ti prego di distruggerlo, mi dispiacerebbe andasse in giro. Grazie infinite e comunque questo è il commento:
      Ettando, oh Bomboi! Itte diaulu d’appo fattu jeo! Proitte mi ses pessikinde de gai!
      Prima di tutto, emerito thiniscolesu, debbo rinfacciarti il madornale errore da te commesso nel titolare l’articolo in questione in quel modo! Infatti, causa le evidenze che l’antichissima Storia Sarda ci porta continuamente in luce, ecco come avresti dovuto organizzare e denominare il titolo del tuo richiamo o articolo che dir si voglia:
      SARDI, ANCORA IMPRENDITORI IN SVIZZERA!
      Ora, devi sapere che a me più non piace, sorbirmi la camomilla che i nostri pseudo universitari ci propinano da un secolo, sulla Nostra Storia! Sai, quella che, mai studiata, essi neppur sanno cosa sia? Per questa ragione, ho in mente di provare a riscrivere, meglio A SCRIVERE PER LA PRIMA VOLTA la Nostra Storia. Ovviamente, con innato senso pratico, non posso fidarmi se non delle evidenze tangibilmente accettabili. Questa cosa che sto per dire, iniziò con la scoperta (avvenuta esattamente cinque anni fa) della Mummia di Similaun (rinvenuta in un ghiacciaio in Val Senales da una turista tedesca nel 1991) che custodiva i resti molto ben conservati di un Sardo vissuto 5300 anni fa! Il Sardo Oetzi! Gli studiosi di genetica (ben 41 di 19 istituti diversi) arrivarono a tale conclusione passando per due vie: 1- dimostrare se il DNA di un suo cromosoma non determinante il sesso, mostrasse affinità con qualche popolazione attuale, attraverso l’analisi di 1445 campioni specifici; ebbene tale popolazione risultò, sempre, essere quella della Sardegna, attraverso esami eseguiti a tre livelli di precisione. 2- per determinarne la stirpe paterna, si analizzò il suo cromosoma Y; il confronto con 8.000 cromosomi da trenta regioni europee, ha rivelato che le più frequenti affinità con il Sardo Oetzi (25% e 9%) si riscontrano rispettivamente, nella “ Corsica meridionale e nella Sardegna settentrionale “, mentre in Europa tali frequenze non arrivano all’1%. Aggiungo (per dare comprensibile consistenza all’ultima determinazione dei genetisti) che, dieci anni addietro, dissi come la “Sardegna Paleolitica”, quella formata (nell’Ultimo Glaciale) dalla parte emersa del Blocco Sardo-corso, che si dilungava dal Capo corso al Capo Spartivento, era proprio la SARDEGNA! Quella che, la tradizione arrivata fino agli autori classici, fece dire ad Erodoto, essere « Σαρδώ la più grande delle isole », ed a Pausania dichiarare, essere « la Corsica, la parte settentrionale della Sardegna »!
      Quindi, possiamo dire che Oetzi era Sardo! Ma, ammettendo che sia tutto corretto, ed accettabile anche la scientifica determinazione che connette direttamente Oetzi con la Sardegna piuttosto che col Tirolo, la Svizzera che ho tirato in ballo, cosa ha a che vedere con ciò? Al massimo sarebbe accettabile una qualche vicinanza del Nostro con l’Austria! È così oppure no? Bene, bene! L’Austria a tempo debito! Ora, invece, preme dare forte conferma alla determinazione genetica, che si manifesterà attraverso una notazione di carattere toponomastico: SARDAGNA!
      Stai ben concentrato, lettore!
      Riguardo il toponimo SARDAGNA, la sua formulazione grafica prima e fonetica poi, può risalire soltanto al non casuale insediamento di una Comunità di Provenienza Sarda! La quale ebbe a voler dare un segno di forte presenza, attraverso il chiaro richiamo alla propria Terra, rivolto a monito degli insediamenti prospicenti il luogo! Luogo, elevato per di più, scelto oculatamente da imprenditori attivi nel campo del commercio! Infatti, Sardagna, stagliasi a 600 metri d’altitudine, quindi visibile per molti chilometri in direzione nord-sud lungo la sottostante valle atesina (allargantesi a conca proprio ai piedi della stessa Sardagna, ove trovasi Trento), il cui profondo solco segnato dall’Adige, rappresenta la grande via naturale che collega la meridionale area ov’è ora Verona, alle settentrionali aree di Bolzano e Merano (essendo Merano a circa km 25 da Similaun)! Parendo anche, questa caratteristica, una valenza fortemente indicativa di “possesso”, dell’area in cui venne a stabilirsi la Sarda Comunità! Dirò ancora che: Sardagna trovasi a circa km 90 da Monte Covolo, Rocca di Manerba-Manerba, Riparo Valtenesi-Manerba, tutte località vicine a Brescia; a km 70 da Bellori-Grezzana, Verona; a km 65 da Grotta Perin-Sengia Bassa di San Cassiano, Vicenza, tutte località ove sono presenti ossidiane sarde!
      Allora, Sardo attento lettore, ti sei riavuto dallo spavento creatoti da Sardagna? Hai preso i tuoi Sali? Non riporli ancora!
      Quindi, abbiamo una formidabile Sarda Imprenditoria che attivò i suoi affari in Tirolo, che è area ove abbondano i giacimenti di calcopirite da cui si ottiene (certo difficilmente) il rame metallico. Si è anche riscontrato, dall’esame dei capelli, che il Nostro Oetzi, avesse prestato attività lavorativa nella lavorazione dei minerali di rame! E, ben sappiamo come i Sardi Metallurghi, almeno da 6000 anni prima d’ora (come, almeno, raccontano le scorie restituite dal sito di Su Coddu-Selargius), erano ben in grado di lavorare il rame! Ora, questi formidabili Sardi Imprenditori che giravano il mondo per coltivare i propri interessi, che avevano attraversato il mare, la quale operazione erano soliti porre in essere da almeno 10.000 anni prima della nascita di Oetzi il Sardo (primariamente io credo a motivo della vendita dell’ossidiana di Monte Arci, come dimostrano i siti Liguri di Riparo Mochi e Arma dello Stefanin, che restituirono ossidiana in contesti datati a circa 12.000 anni fa) ebbene, ED ECCOCI ALLA SVIZZERA, questi formidabili imprenditori internazionali (alla faccia dei buontemponi che per mezzo secolo hanno definito «i Sardi incapaci di evadere dalla stretta dell’isola, limitando il loro mondo alla minuta cerchia d’un penepiano di poche miglia quadrate» G. Lilliu, in “La civiltà dei Sardi, dal Neolitico (poi dal Paleolitico) all’età dei nuraghi”, in tutte le edizioni dalla prima all’ultima!) vuoi tu caro e perspicace lettore, che si siano limitati a restare in Tirolo come dei semplici impiegati? Certo che no! Infatti, per ora, abbiamo almeno un altro elemento topografico, per la precisione un oronimo, che trovasi proprio in Svizzera e nomasi, per l’appunto: Piz SARDONA!
      Che ne dici stimato lettore! E tu caro Thiniscolesu, itte mi naras!
      Come vedete non si chiama Piz Piemontesona, non è detto Piz Lombardona, non lo si conosce come Piz Siciliona! NO, NO! Si chiama proprio così: Piz SARDONA! Perché furono i Sardi del luogo a farne il battesimo! E si trova in Svizzera, proprio ad occidente del vicino corso del Reno (altra autostrada che conduce verso il nord Europa, e ricordatevi appunto Stoccarda, dove fu rinvenuto altro Similsardo come Oetzi!) e a poco più di km. 20 ad ovest di Coira. Ma trovasi anche a circa km. 120 da Similaun, 160 da Sardagna, e circa 120 da Isolino di Varese ove fu rinvenuta ossidiana sarda. Tralascio il riporto di ovvie considerazioni richiamate dalla toponomastica, che ciascheduno può leggersi autonomamente. Tralascio, anche, di riportare il toponimo che afferisce alla vecchia capitale del Cantone di San Gallo, che pur presentando ancora la radice Sar-, risulta, a me non linguista, meno eccitante di Sardona. Il toponimo è SARGANS. Fatene l’uso che credete.
      Ecco raccontato (lungamente, e chiedo venia per ciò) il motivo che mi spinse a “rimproverarti” il “madornale errore”, caro Bomboi!
      SARDI, ANCORA IMPRENDITORI IN SVIZZERA!
      mikkelj
      Iscrithu Appoi – magari mi si faccia il favore, si dica agli Svizzeri che abbassino ben bene la cresta, perché ove essi son di casa, noi lo siamo stati molto prima! Conta qualcosa? Credo proprio di si! Provate a dirlo loro e vi accorgerete con quale altro sguardo seguiranno il vostro discorrere! Proprio a motivo della necessità e di parlare una nostra Limba e di appropriarci della nostra Historia!

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