Trasparenze: Giunta Pigliaru chiama i prefetti, l’assessore Deiana gli armatori. Prima degli appalti

Nell’arco di poche ore la Giunta Pigliaru ha collezionato due contraddizioni capaci di minare le fondamenta della propria credibilità: la prima consiste nell’ospitare un partito indipendentista che – caso unico al mondo – sottoscrive un accordo con le prefetture dello Stato centrale per potenziare il monitoraggio degli appalti in chiave anti-corruzione.
Avete capito bene. Al posto di sostenere l’abolizione delle prefetture, la Regione promuove un finanziamento pubblico a favore dello Stato affinché controlli meglio ciò che gli addetti ai lavori conoscono già benissimo: i criteri di assegnazione delle commesse pubbliche, in cui la politica stessa continua a gestire l’erogazione delle risorse.
Ovviamente la maggioranza evita di sostenere le due uniche misure che nei Paesi civili consentono di limitare la corruzione: i referendum e la riduzione della spesa pubblica. In Svizzera i cittadini sarebbero stati chiamati alle urne per decidere se salvare enti in perdita o contrarre mutui per infrastrutture.

Tuttavia, non essendoci limite al peggio, a questo degrado culturale si accompagna l’ipocrisia che distingue la seconda contraddizione della Giunta Pigliaru: il leader di Unidos Mauro Pili ha denunciato una conviviale passeggiata tra l’assessore regionale ai trasporti Deiana e l’armatore marittimo Del Giudice. Niente di strano se non fosse che ciò accade alla vigilia dell’appalto che dovrebbe privatizzare i servizi di navigazione con le isole minori, come Carloforte. Una torta da 100 milioni di euro.

Il problema naturalmente non risiede nella privatizzazione del servizio ma nelle intese politiche che distruggono il nostro libero mercato: ricordiamoci ad esempio che Tirrenia opera come un monopolio pubblico, con una multimilionaria convenzione pagata dai contribuenti.

La cialtronaggine di tale linea politica si commenta da sola: da un lato si finge di contrastare le concentrazioni pubblico/private a danno dei collegamenti sardi; dall’altro si continua a sostenerle poiché, sotto sotto, considerate indispensabili, vista l’esiguità di imprenditori desiderosi di investire in Sardegna. Come se esistessero privati così folli da sfidare una convenzione pubblica (salvo esserne organici).

In un quadro simile, dove gli assessori rincorrono prefetti e imprenditori a giorni alterni, viene da chiedersi se la nostra Giunta pecchi di presunzione o di dilettantismo.
E se parlassimo di dimissioni?

Adriano Bomboi.

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