TARES? Basta rifiuti pagati al metro quadro, si reagisca alla truffa di Stato

In Italia e in Sardegna succedono cose incredibili, che non hanno eguali in buona parte d’Europa e del mondo. I rifiuti solidi urbani si pagano a metro quadro: utenze domestiche ed imprese sono così sottoposte all’ennesima batosta fiscale di Stato. L’aspetto è grave sia per quei Comuni che non praticano la raccolta differenziata, e sia, paradossalmente, per quelli che la hanno già attivata con buoni risultati.

Il risultato è che utenti che producono pochi rifiuti arrivano a pagare quanto utenti che producono tantissimi rifiuti, e non sono pochi i casi, come nelle nostre comunità, dove persone anziane e sole o nuovi disoccupati pagano centinaia di euro, quanto famiglie di 5 o 6 persone. Il danno economico, in tempi di crisi, è estremamente oneroso. C’è inoltre da considerare che, sempre a differenza di tanti Paesi europei, la raccolta differenziata in Sardegna non produce reddito o risparmi ma ulteriore aggravio dei costi (secondo una stima di Federconsumatori, la TARES costerebbe fra il 20 e il 30% in più della vecchia TARSU, anch’essa calcolata a metro quadro e non in base all’effettiva produzione di rifiuti). Al contrario, ad esempio in Danimarca, nazione leader al mondo nel settore, per ogni lattina o bottiglia consegnata al sistema del riciclo si ottiene un compenso in denaro, poiché si fornisce materia prima ad una azienda privata che reimmetterà sul mercato il prodotto lavorato. In alcuni cantoni svizzeri si paga esclusivamente in base al volume di spazzatura prodotta, pagando direttamente il sacchetto al suo acquisto, tarato su una determinata capienza.
Esempi di civiltà come quelli esposti non si sono quindi neppure minimamente sognati di aggiungere a tali costi anche quelli derivanti dall’illuminazione pubblica e da altri servizi urbani (che, a differenza della nostra TARES, devono rimanere separati).

In questi termini la TARES crea due problemi: da un lato, non si configura più come una tassa pagata in base all’effettivo servizio di raccolta di cui si usufruisce, ma come una vera e propria patrimoniale, perché il costo aggiuntivo pagato da utenti che producono poco e che magari vivono in case di vari metri quadri costituisce una autentica e ingiustificata rapina di denaro da parte del pubblico a carico del privato.
Dall’altro lato, l’esagerazione dell’importo pagato non stimola l’utente ad incrementare il riciclo dei rifiuti, creando virtuosismo sociale, ma stimola una legittima evasione fiscale. Il problema si estende anche nel settore privato deputato alla lavorazione della differenziata, il cui business rimane confinato a pochi gruppi che nel territorio si spartiscono la torta (ed il cui personale, in accordo coi Comuni, è spesso cooptato secondo logiche clientelari).

Nonostante tutto, vari Comuni d’Italia hanno iniziato a reagire a questa ennesima manovra statalista contro i propri cittadini, forse con poca e non disinteressata convinzione. Da segnalare il caso del Comune di Empoli, che ha proposto di tarare la tassazione in base all’importo dei rifiuti prodotti. Mentre Legambiente ha lanciato una petizione al riguardo.

Ci auguriamo che in Sardegna il tema diventi parte dei programmi dei nostri partiti politici, perché troviamo poco utile avere oltre 13 movimenti Sardi che parlano di tutela ambientale ed equità sociale senza poi occuparsi di quelle serie liberalizzazioni che potrebbero attuarle.

Come l’IMU, anche la TARES avrebbe dovuto essere sottoposta al parere della comunità Sarda prima della sua applicazione, in base allo Statuto Autonomo, ma così non è stato.

Di Adriano Bomboi e Maurizio Floris.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE – Natzionalistas Sardos

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    6 Commenti

    • Il Comune di Quartu S.E. sta applicando già dal 2013 la Tares, nonostante abbia deliberato il regolamento e la tariffe dieci giorni fa. Inoltre fa pagare ai cittadini che non hanno l’acqua, le fogne, l’illuminazione e il ritiro dei rifiuti porta a porta, quanto pagano i cittadini che hanno tutti i servizi. E’ un furto legalizzato. Si dovrebbe impugnare le delibere ma molti non possono permettersi di pagare gli avvocati.

    • [...] i vari Pili e Grillo del momento e si occuperà anche delle tasche dei contribuenti. Pensiamo alla TARES, per dirne una, od alla razionalizzazione della macchina pubblica per dare libertà e dignità a [...]

    • [...] – Vedere anche: “TARES? Basta rifiuti pagati al metro quadro, si reagisca alla truffa di Stato”, (Sa Natzione, 0…. [...]

    • [...] in tal modo si conterebbe di individuare eventuali abusi edilizi e di far pagare maggiormente la TARES. Premesso che ogni onesto cittadino ha il diritto di opporsi a questa invasione del pubblico nella [...]

    • MA POI OLTRE LA ESAGERATA TARES,I NEGOZI STANNO PAGANDO ANCHE, LA TASSA IMU,io avrei capito la tares,se non si pagava l’imu……….grazie.

    • COME FARE I CALCOLI TARES. ?…?

      qualche mucca
      caca ….
      anche su un metro quadro
      ma mai visto
      come caca
      un metro quadro
      sul una mucca

      I calcoli tarsu quella maniera
      richiedeno la produzione e non la riduzione dei rifiuti
      da parte delle utenti.

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