La Repubblica del Leone: Intervista ad Anna Durigon di Indipendenza Veneta

Dialogo con Anna Durigon, trevigiana, laureata in architettura alla IUAV di Venezia e cofondatrice del movimento Indipendenza Veneta – Di Adriano Bomboi.

Ho scelto di sottoscrivere il manifesto della Risoluzione 44, promosso dal movimento Indipendenza Veneta, votata dal vostro Consiglio Regionale e sostenuto, fra i vari, da intellettuali del calibro di Hans-Hermann Hoppe e Carlo Lottieri. Ma spieghiamolo anche ai lettori che ancora non ne sono a conoscenza, cos’è la Risoluzione 44 e perché è importante?

La Risoluzione 44 è un passaggio intermedio verso il referendum per l’indipendenza del Veneto. Questo testo ribadisce il diritto all’autodeterminazione del popolo Veneto e impegna il nostro consiglio regionale a metterlo in pratica con “urgenza”. Indipendenza Veneta ha inoltre già presentato a gennaio una petizione al Parlamento Europeo perché il referendum per l’indipendenza venga tutelato con un monitoraggio internazionale, e ha già presentato un progetto di legge referendario ora in esame da una commissione di giuristi ufficialmente insediata a marzo dalla Regione Veneto. La Risoluzione 44 è stato un passaggio importante per creare un consenso politico e rompere alcuni tabù che frenavano molti consiglieri regionali.

Benché in Sardegna il Partito Sardo d’Azione avesse presentato una mozione per la sovranità della nostra isola (e con l’impegno del PAR.I.S. di Meloni), buona parte del nostro Consiglio Regionale, a differenza di quello Veneto, è rimasto sordo a questa iniziativa di libertà e di diritto. Dove porterà la vostra battaglia per sensibilizzare la Giunta leghista di Zaia all’utilità di un referendum sull’autodeterminazione della serenissima?

Il voto in consiglio straordinario per la Risoluzione 44 è stato anticipato da settimane di pressing su ogni consigliere. Indipendenza Veneta ha coinvolto la cittadinanza nel spedire centinaia di lettere ai propri consiglieri, a prescindere dal partito di appartenenza, perché votassero a favore di questa Risoluzione. Credo che i consiglieri, votati con preferenze, siano molto sensibili alle esigenze esposte direttamente da migliaia di cittadini. Per questo siamo fiduciosi che coinvolgendo direttamente i cittadini, rendendoli responsabili del loro peso politico, sia possibile far passare non solo la Risoluzione ma anche un referendum democratico che vuole interpellare direttamente gli elettori della Regione Veneto. Siamo convinti che non ci sarà cambiamento se la volontà non parte dal basso, dai Veneti, che messi a conoscenza della possibilità di fare il referendum inizieranno a far sentire la loro voce.

Un regime fiscale ed un centralismo linguistico, culturale e burocratico come quello dello Stato Italiano non potevano che portare al declino sia la Sardegna e sia il popolo Veneto. Dalle nostre parti purtroppo la frammentazione dell’indipendentismo, e una vasta dose di cultura statalista che lo impregna, hanno sempre impedito l’affermazione di una robusta politica sovranista. Quando avete capito che la Lega Nord non era più in grado di rappresentare il ceto sociale ed imprenditoriale del Veneto?

Il problema della Lega Nord è che cerca di riformare lo stato italiano (federalismi, devolutions, macroregioni…) tramite il parlamento romano. Non è un problema di cattiva rappresentanza, ma di pessima strategia che ha portato un consenso elettorale ad impantanarsi in un vicolo cieco. La nostra azione bypassa la frammentazione politica perché non promette azioni post-elettorali, ma agisce nell’immediato in maniera trasversale a forze politiche ed ideologiche. E’ l’urgenza dettata dalla crisi che ci permette di costruire un consenso a prescindere da inevitabili frammentazioni che esistono in qualsiasi realtà europea simile alla nostra.

Dalle righe de “Il Fatto Quotidiano”, il filosofo Massimo Cacciari, senza mezzi termini, ha definito i vertici del PD delle “teste di cazzo”, perché non avrebbero mai compreso l’esistenza di una “questione settentrionale” ed alle regionali avrebbero consegnato la Lombardia a Maroni. Eppure nel nord-est il Movimento 5 Stelle è riuscito a raccogliere la protesta di tanti imprenditori ed ex elettori leghisti, in Sardegna invece di tantissimi disoccupati: un fuoco di paglia o l’indipendentismo dovrà preoccuparsi anche di Beppe Grillo?

E’ un fuoco di paglia perché la strategia di Grillo ricalca i fallimenti di 20 anni di leghismo: mandare gente nuova al macello del parlamento romano, dove è matematicamente impossibile ottenere qualsiasi tipo di riforma. Il problema rappresentato dalle preferenze per Grillo non è una questione di contrasti, ma di priorità. Sappiamo che una maggioranza di veneti è favorevole all’indipendenza del Veneto (a prescindere se hanno votato Grillo o altri partiti). Il problema è che per ottenere l’indipendenza la questione referendaria deve essere la priorità politica, e con le ultime elezioni è stato evidente che l’elettorato crede ancora che basti un ricambio di parlamentari per risanare la situazione, piuttosto che trovare la via d’uscita al di fuori di Roma, come propone Indipendenza Veneta. La maggioranza indipendentista c’è, manca ancora l’organizzazione politica per rendere la via referendaria la priorità sopra ogni altra cosa.

Come immaginate il futuro e lo sviluppo dello Stato Italiano, del suo territorio e delle sue isole?

Lo stato italiano non ha futuro perché non è in grado di garantire il benessere dei cittadini al suo interno. La completa indipendenza politica di più realtà al suo interno saranno la vera riforma amministrativa che garantirà un rifiorire economico e sociale di tutti i popoli della penisola e delle isole. Il Veneto sarà una repubblica indipendente composta da province confederate che includeranno con tutta probabilità anche il Friuli e forse la Lombardia orientale. La Sicilia e la Sardegna saranno due paesi liberi ed indipendenti con i tassi di crescita più elevati d’Europa. Campania, Calabria, Puglia, Abruzzo, Molise e Basilicata saranno un altro stato europeo finalmente libero da un sistema clientelare sussidiato dallo stato italiano. Non ci saranno confini né dogane, come non ci sono tra Austria e Germania, o Francia e Belgio. I Veneti continueranno ad andare in vacanza in Sardegna, e i supermercati veneti offriranno come sempre prodotti siciliani. Il libero movimento di merci, capitale e lavoro sarà garantito, ma questi nuovi stati indipendenti e integrati avranno delle amministrazioni molto più efficienti, una pressione fiscale ridotta, e dei servizi pubblici molto migliori.

Grazie.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE – Natzionalistas Sardos

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    6 Commenti

    • Commento di Davide GIARETTA del MLNV (fatto mio nel senso che lo condivido
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      “Innanzitutto sono un partito italiano, e già questo dovrebbe essere sufficiente… In più i loro fondatori sono tutti legati a doppio filo con gruppi come il Rotary, o il Lion’s nel caso di VS. Sia la dirigenza di IV che di VS (Veneto Stato, l’altro partito “indipendentista” veneto) fuoriesce da un vecchio progetto politico chiamato PNV, in cui ne hanno combinate di cotte e di crude tra firme fasulle, falsi proclami, articoli comprati su giornali esteri grazie ad amicizie varie… In più propongono un percorso irrealizzabile, ovvero quello del referendum, per di più riferito alla regione veneto e non alla Repubblica Veneta, ma la regione è stata inventata solo nel 1972! Adesso spacciano come gran risultato una risoluzione in cui non c’è scritto nulla (la famigerata 44) se non promesse in politichese, in più hanno nominato una “commissione” in cui nemmeno uno è specializzato in diritto internazionale, con cui vorrebbero indire questo famoso referendum, nonostante l’Avvocatura di Stato l’abbia già escluso. Insomma dei venditori di fumo a caccia di tesseramenti e rimborsi elettorali…

    • Se potessi votare, chiamato come votante non-veneto, al referendum sull’indipendenza dei Veneti, voterei per il “SI” alla loro indipendenza! Eh si, che noi dovremmo prendere esempio da loro… invece abbiamo ancora la vecchia sudditanza verso il re!

      @Cugusi
      Lei condivide, io no. Da quello che leggo, sembra uno dei soliti “rosiconi” all’italiana che sputa veleno su avversari politici (anche se non mi è chiaro il significato della sigla MLNV), come se la colpa del suo insuccesso fosse di Indipendenza Veneta o Veneto Stato… Mah… Non ci ho trovato niente di serio, anzi sono scoppiato a ridere, leggendo una simile rosicata. Ringrazio tal Giaretta per avermi strappato una risata… :D

    • [...] Molto semplicemente dunque, secondo Anna Durigon, cofondatrice del movimento Indipendenza Veneta (Sa Natzione, 01-04-13), il diritto all’indipendenza è un diritto che nasce dalla negazione di un altro diritto, [...]

    • [...] Regione a Statuto ordinario), ma sulla capacità di estendere la propria sovranità (vedere anche Intervista ad Anna Durigon di I.V. – Sa Natzione, 01-04-13). In un solo anno i Veneti hanno fatto il lavoro che i nostri indipendentisti non fanno da dieci, e [...]

    • Vorrei sapere gentilmente se vi sono prove concrete sulle origini dei popoli italici dato che non ci sarebbero simboli antichi che lo comproverebbero e che tutto deriverebbe da un soprannome dato dai greci antichi…altresì come è possibile essere obbligati a diventare cittadini
      di uno stato se la nazionalità non coincide con esso….non corrisponde tutto ciò a una grave violazione dei diritti umani?

    • Dipende sempre dalla volontà politica della comunità che, eventualmente, potrebbe non sentirsi parte dello Stato in cui vive, attivandosi per rendersi indipendente (o riformare lo Stato).

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