On. Pisano: Lo Stato cominci a restituire ai Sardi ciò che è stato tolto

Gentili Lettori, riportiamo un articolo di rilevante interesse economico per la Sardegna dei Riformatori Sardi.

Sulla partita delle accise che gravano sui prodotti petroliferi, in tempi non sospetti, nel lontano maggio del 2008, ebbi per primo, insieme a Vargiu, Dedoni e Cassano, consiglieri regionali del Gruppo dei Riformatori Sardi nella trascorsa legislatura, a denunciare la madre dei grandi imbrogli che lo Stato Italiano ha perpetrato nei confronti della nostra Regione.
Il problema è stato riproposto con grande determinazione anche in questa legislatura da Franco Meloni e l’intero gruppo dei Riformatori Sardi.
Ma come capita classicamente, oltre al danno la beffa: è notizia di questi giorni, infatti, l’approvazione in sede di conferenza Stato-Regioni di una bozza di decreto interministeriale con il quale si intende riconoscere il prezzo agevolato dei prodotti petroliferi a fare degli abitanti residenti nelle regioni nelle quali sono localizzati giacimenti petroliferi dai quali vengono estratti i prodotti.
Fin qui tutto potrebbe essere condivisibile se lo Stato avesse onorato quanto scritto nel nostro statuto, riconoscendo la compartecipazione alle entrate per le accise sui prodotti petroliferi fabbricati nella nostra isola, nella misura dei 9/10.
E quando è stato scritto l’articolo 8 del nostro statuto era fin troppo chiara nella testa di tutti i padri della nostra autonomia, a partire da Emilio Lussu, che per “ imposte di fabbricazione percette nella nostra isola” nessuna imposta poteva essere mai trasformata da imposta di fabbricazione in imposta sul consumo e quindi essere sottratta dalle compartecipazioni di diritto della nostra Regione.
E’ fin troppo evidente che l’oggetto della tassazione doveva comunque essere riferita alla fabbricazione. Tutti i tecnicismi successivi, introdotti dalla legge ordinaria n. 891 del 22 dicembre 1980, che consentono il pagamento differito dell’imposta di fabbricazione al momento e nel luogo dell’immissione del prodotto nel circuito commerciale, da parte del soggetto che effettua tale operazione, non può legittimare un vero furto ai danni della nostra Regione.
E’ giunto il momento, così come i Riformatori sardi, da tempo si trovano ad urlare, che occorre rinegoziare subito con lo Stato questa grande partita e che finalmente ci venga dato quanto ci è stato tolto.
La SARAS produce in Sardegna dal 20% al 25% dell’intera produzione italiana. Lo Stato annualmente incassa dalle imposte sui prodotti petroliferi oltre 35 miliardi di euro, di cui 25 dalle accise e 10 dall’IVA applicata sulle Accise. Poichè anche sull’IVA alla Regione Sardegna è riconosciuta una compartecipazione dei 9/10 ciò significa che dovremmo ricevere annualmente dallo Stato i 9/10 di oltre 7 miliardi di euro, cioè circa 6,3 miliardi invece dell’elemosina di 700 milioni di euro che ci viene appena riconosciuta.
Altro che vertenza sulle Entrate!? Questa sulle Accise è una battaglia storica che deve essere fatta dal Governo Regionale mettendo in campo il massimo delle proprie forze, invocando anche il ricorso alla Corte Costituzionale, nei confronti del Governo, che, amico o non amico, non sarà facilmente disposto a riconoscere il proprio debito nei confronti dei Sardi.

Di Franco Sergio Pisano – Riformatori Sardi (05-09-2010).

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Redazione SANATZIONE.EU

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